Dal rapporto di CONFEDILIZIA si evince che l'Italia è fra i paesi con il più alto rapporto fra prelievo fiscale sugli immobili e prodotto interno lordo. Nello studio, i dati dell’Ocse riconfermano che “in Italia le imposte sugli immobili sono state pari in media al 2,2% del Pil nel periodo 2000-2009, con un aumento, nell'ultimo anno rilevato, il 2009, del 42% rispetto all'anno precedente (2,7% rispetto all'1,9% del 2008)”.
Il prelievo tributario sugli immobili italiani rispetto al Pil (2,7%) è di gran lunga superiore sia alla media dei paesi Ocse (1,8%) sia alla media dei paesi Ocse appartenenti all'Unione europea (1,6%), in cui la Germania spicca fra quelli con un carico fiscale più basso (0,8%).
Per tali ragioni, da Confedilizia giungono commenti negativi sull’ipotesi di rivalutazione delle rendite catastali ai fini del pagamento dell’Ici sulla seconda casa. Nell’eventualità che il Governo faccia crescere del 135% la rivalutazione, il presidente della Confederazione italiana proprietà edilizia (CONFEDILIZIA), Corrado Sforza Fogliani, fa sapere che si ricorrerebbe alla Corte Costituzionale.
Così commenta l'ipotesi del Governo il Presidente Sforza: "Imporre la patrimoniale surrettiziamente attraverso l'aumento delle cosiddette rendite catastali è l'ultima trovata dei patrimonialisti, riuniti in un cartello anti-Berlusconi al quale non importa neppure di incorrere palesemente in una contraddizione: quella di chiedere la crescita e, nel contempo, nuove tasse di tipo depressivo”.