Riforma professioni: dagli ingegneri ‘no’ al ddl Siliquini
Data: Marted́, 15 giugno 2010
Argomento: NEWS


TAVOLO_TECNICO.jpgA gran voce e unitariamente, tutti gli ingegneri italiani esprimono contrarietà al ddl “Riforma delle professioni intellettuali presentato da Maria Grazia Siliquini. Così in un comunicato, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri commenta la proposta di legge segnalando il rischio che il ddl possa essere “lesivo degli interessi della collettività”.



E il ‘no’ è stato ribadito dall’Assemblea dei Presidenti degli Ordini Provinciali, riunitasi nei giorni scorsi a Roma proprio per approfondire la questione. “C’è soddisfazione perché dall’assise è emerso il completo accordo della base:  tutti i 220.000 ingegneri italiani contrari alla proposta Siliquini e decisi a procedere come stabilito con il Ministro Alfano - ha affermato il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Giovanni Rolando. Il CNI sta infatti lavorando in modo che a breve vengano definiti i principi cardine da presentare al Ministro stesso”.
 
“Da oltre 10 anni l’on. Siliquini segue la riforma delle professioni – ha spiegato il Presidente dell'Assemblea dei Presidenti degli Ordini degli Ingegneri, Giuseppe Di Natale – ma è come se questo decennio (dal Congresso Nazionale a Ragusa del 2001) non fosse servito a nulla, data la pochezza della proposta e i notevoli punti di criticità che la stessa alimenta. Il voto unanime dell’Assemblea ha rinviato al mittente la proposta di legge come velleitaria e non idonea a risolvere i problemi delle professioni”.
 
Numerose le criticità del “Testo unificato” della Siliquini, alcune intollerabili per gli ingegneri, emerse a seguito dell’approfondimento del Centro Studi del CNI ed analizzate in maniera puntuale dall’Assemblea dei Presidenti:
- la definizione di professione intellettuale che perde la fondamentale caratteristica di essere regolamentata;
- l’equiparazione tra i titoli formativi professionali e universitari;
- la interpretazione del ruolo degli attuali ordini assimilati ad associazioni;
- la costituzione di un consiglio nazionale indistinto di tutte le professioni che agirebbe in rappresentanza di interessi non più della professione ma dei professionisti;
- la nuova interpretazione del concetto di tariffa liberante derogabile;
- l’accorpamento in un unico albo dei tecnici per l’ingegneria sia degli attuali professionisti diplomati che  dei  laureati triennali con la conseguente eliminazione della sezione B degli attuali Ordini, in contrasto con quanto previsto dal DPR 328/2001;
- la confusione che si verrebbe a creare per la individuazione dei professionisti da parte della committenza circa il percorso formativo.
 
Si tratta - in sostanza - di critiche analoghe a quelle sollevate tre settimane fa, con una nota congiunta, dai Consigli Nazionali di ingegneri, architetti, geologi, agronomi, agrotecnici e tecnologi alimentari .
Fonte: Edilportale.com







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