Piano Casa Sicilia, nuove proposte di edilizia sostenibile
Data: Venerd́, 04 giugno 2010
Argomento: NEWS


PIANO_CASA_1.jpgPiano Casa come opportunità per l’asfittica economia siciliana e valorizzazione di una moderna cultura della progettazione. È l’idea portata avanti dalla Consulta degli ingegneri della Sicilia, che ha fatto sentire il proprio contributo con la redazione di documenti inviati agli assessorati regionali, ma anche con la partecipazione in Commissione Territorio e Ambiente dell’Ars.



Gli ingegneri hanno infatti concentrato i  loro indirizzi su quattro direttrici, in particolare il concetto di sostituzione edilizia in alternativa al più antiquato “demolizione e ricostruzione”, eco sostenibilità, semplificazione delle procedure e premialità.
 
Dopo l’approvazione della legge, che ha subito un iter lungo e travagliato, tanto da essere l’ultima norma regionale ad essere varata in attuazione dell’accordo Stato – Regioni dello scorso anno, il giudizio della consulta è positivo per quanto riguarda la premialità. Gli incentivi sono infatti giudicati di interesse oltre che qualificanti. Ne è un esempio l’uso dei dissipatori o isolatori sismici contenuto nell’articolo 7.
 
Riscontrato qualche limite sulla sostituzione edilizia che, messa in campo con forti limitazioni, considerate comunque comprensibili e legittime, non può ricevere una facile applicazione.
 
Parere negativo sull’ecosostenibilità, parametro che non è stato preso in considerazione per gli interventi di ampliamento, mentre viene richiamato solo in parte per gli edifici a uso diverso da quello abitativo. La Consulta rinnova però la propria speranza sulla possibile applicazione della bioedilizia nel decreto che l’Assessorato alle Infrastrutture e Mobilità, in base all’articolo 3, dovrà emanare entro il 24 giugno 2010.
 
La Consultaa tale proposito ha fatto sapere che entro maggio sottoporrà all’assessore un documento incentrato sulla sostenibilità in edilizia. Per la bioedilizia dovranno essere tenute in considerazione le fonti rinnovabili, utili per la riduzione dell’impatto ambientale, il corretto utilizzo del terreno, il riutilizzo dei materiali da costruzione, la gestione dell’acqua e l’integrazione delle opere con il paesaggio.
 
È stato invece tralasciato l’obiettivo dello snellimento burocratico. Per l’avvio degli interventi restano infatti in vigore la Dia, Denuncia di inizio attività, e la concessione edilizia.
 
La Consulta degli ingegneri ha espresso qualche critica anche sulle disposizioni “a tempo indeterminato”. Gli articoli 7, 8 e 9 non sarebbero infatti soggetti al termine di ventiquattro mesi previsto per gli interventi di ampliamento e sostituzione.
 
Se le misure di prevenzione sismica dell’articolo 7 e le norme in materia di rendimento energetico degli edifici contenute nell’articolo 9 rappresentano un valore aggiunto per la legge, qualche preoccupazione è stata manifestata sull’articolo 8, che introduce misure compensative per favorire
la realizzazione di aree a verde pubblico e parcheggi.
 
Senza le attenzioni dovute in materia di “invarianza idraulica” non previste assolutamente nel corpo della legge, lamentano gli ingegneri, possono determinarsi gravi situazioni di rischio idrogeologico.







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