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Assicurazione professionale: un obbligo senza regole

foto NotiziaLo scorso 15 giugno, il Consiglio dei Ministri n. 35 ha, approvato in via preliminare uno schema di regolamento di attuazione dei principi dettati dall'articolo 3, comma 5, del Decreto Legge n. 138/2011 in materia di professioni regolamentate. Il provvedimento, atteso da tempo da tutte le professioni ordinistiche (escluse quelle sanitarie) ha previsto all'art. 5 l'obbligo di stipulare un'assicurazione idonea a coprire i danni derivanti dall'esercizio dell'attività professionale, comprese le attività di custodia di documenti e valori ricevuti dal cliente.



L'assicurazione (estremi polizza, massimale e ogni variazione successiva) deve essere comunicata al cliente al momento dell'assunzione dell'incarico. Il mancato assolvimento di tali obblighi costituisce illecito disciplinare.

Ma ricordiamo pure che lo scorso 10 luglio, i giudici del Consiglio di Stato hanno affondato su più punti lo schema di riforma delle professioni. Uno dei punti contestati dai giudici di Palazzo Spada riguarda proprio l'obbligo di assicurazione professionale previsto dallo schema di DPR che andrebbe contro i contenuti della norma primaria (art. 3, comma 5, lett e) del DL n. 138/2011) secondo i quali le condizioni generali delle polizze assicurative possono essere negoziate, in convenzione con i propri iscritti, dai Consigli Nazionali e dagli enti previdenziali dei professionisti.

Il CdS ha bocciato il DPR in diversi altri punti, tanto che allo stato attuale l'unico modo per togliere i professionisti dall'impasse è una proroga che consenta di ovviare al problema del 14 agosto 2012, data entro la quale gli ordinamenti professionali dovranno essere riformati per recepire i principi previsti dal DL n. 138/2011. Per poter, infatti, prevedere l'obbligo di polizza per i professionisti sarà necessario stabilire:

  1. le condizioni minime di polizza, che potranno essere negoziate dal professionista singolo oppure attraverso speciali convenzioni;
  2. le eventuali sanzioni - lo schema di DPR prevede l'obbligo ma nessun regime sanzionatorio (e si sa, in Italia se non esiste un regime sanzionatorio nessuno è disposto a spendere 1 euro);
  3. gli obblighi per le compagnie assicurative - come per l'RC auto non è previsto un "obbligo a contrarre" per le compagnie assicurative che, dunque, potranno rifiutarsi di stipulare la polizza o proporre dei costi eccessivamente elevati.


Ciò premesso, bisogna rilevare che ad oggi solo il 10/15% degli iscritti agli albi professionali è in possesso di una assicurazione. Se la riforma dovesse passare e venissero definite le condizioni minime, gli attuali assicurati potrebbero avere i propri requisiti di polizza non in linea con quelli previsti dal DPR di riforma.

Insomma, come frequente per ogni settore, l'Italia si conferma un Paese in emergenza normativa che attende solo gli ultimi giorni per mettere a punto un sistema che oltre a coinvolgere milioni di professionisti, genererà un "mercato" per le compagnie di assicurazioni da parecchi miliardi di euro.

La reazione delle professioni tecniche
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, pur ammettendo di aver già esaminato alcune proposte assicurative, ha chiesto la proroga per l'adeguamento dei codici deontologici in modo da poter avere dei riferimenti normativi certi. "Il fatto che dal 13 agosto ci si debba adeguare senza avere chiari i riferimenti normativi rappresenta un'anomalia - ha affermato il numero 1 degli Ingegneri italiani
Armando Zambrano - Per quanto ci riguarda stiamo esaminando le proposte che ci sono pervenute da diverse compagnie e questa settimana invieremo agli ordini locali quelle che riteniamo soddisfacenti".

Dello stesso avviso il Consiglio Nazionale dei Periti Industriali che ha anticipato la pubblicazione di un bando per la stipula di una convenzione ma ha anche ammesso che difficilmente entro agosto tutti i tasselli potranno combaciare per far fronte alla riforma. "Chiediamo una proroga - ha richiesto Giuseppe Jogna, leader dei periti - perché diversamente gli iscritti corrono il rischio di stipulare polizze capestro non tanto per i costi, quanto per i contenuti. Nel nostro caso, infatti, abbiamo 26 specializzazioni ed è molto difficile trovare il modo di avere una copertura certa. Il professionista dovrà avere la pazienza di attendere la convenzione quadro del consiglio nazionale, nel frattempo il suggerimento è di coprirsi solo per il singolo incarico".

Il Presidente degli Agrotecnici Roberto Orlandi ha puntato il dito contro il DPR che non va bene così com'è e ha richiesto che venga ripristinata la "la formula prevista dal dl 138, che dava la possibilità ai consigli nazionali di stipulare polizze collettive. È chiaro che se assicuro 2 mila professionisti ottengo un prezzo molto più basso, se invece stipulo una convenzione senza sapere quanti aderiranno le condizioni saranno ben peggiori".



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